La trama. Mattia ed Arianna hanno una vita sociale molto difficile e "affogano" i loro problemi nel gruppo di amici virtuali conosciuti su Internet. Ognuno ha un problema che non riesce a risolvere. Ad esempio Mattia, lasciato solo a crescere con la madre da un padre che se n'è andato quando ancora non era nato, fa il bullo per nascondere le due debolezze, le sue ferite. Per questo la sua vera natura, e quella dei suoi compagni, viene fuori proprio la sera, quando tutti si ritrovano davanti ad una tastiera, non sapendo realmente però chi c'è dall'altra parte. C'è chi è autolesionista, chi si rifugia nel cibo, chi nella droga, chi nel sesso sfrenato e senza controllo.
Riusciranno a trovare la forza per emergere dalla loro triste situazione? O finiranno per lasciarsi andare? Il libro scorre via attraverso la costante lotta tra il dolore delle ferite mai rimarginate dell'anima e la voglia di ricercare la felicità tanto agognata. 88 pagine di ragionamenti, pensieri, esternazioni che fanno emergere senza fronzoli una verità nuda e cruda dell'adolescenza, tipica di quei giovani che vivono situazioni ai margini, borderline.
Nata a Salento, in provincia di Salerno, nel 2001, Arianna Nese è la giovanissima autrice di "Ci vediamo all'infermo". Amante della letteratura, in questo suo secondo romanzo, che segue "L'angelo che diventò un diavolo" (112 pagine firmate sempre BookSprint nel 2015), si nota immediatamente uno stile più cresciuto, maturo. Il lessico è sempre semplice, giovanile, vero, proprio perché la scrittrice non vuole perdersi in ghirigori artistici, ma preferisce puntare diritta al sodo, al concreto. E non possiamo che appoggiare la sua scelta, vista la qualità complessiva dell'opera, che siamo sicuri sarà apprezzata anche da un pubblico adulto.